La vitamina D è nota per il suo ruolo nella regolazione del metabolismo del calcio e della salute ossea. Tuttavia, negli ultimi anni, è emerso un crescente interesse per la sua funzione nella modulazione del sistema immunitario e nella prevenzione e trattamento del cancro.
La vitamina D esiste in due forme principali: vitamina D3 (colecalciferolo), prodotta dalla pelle in risposta alla luce solare, e vitamina D2 (ergocalciferolo), derivata da fonti vegetali. Entrambe le forme vengono convertite nel fegato in 25-idrossivitamina D [25(OH)D], la principale forma circolante, e successivamente nei reni in 1,25-diidrossivitamina D [1,25(OH)2D], la forma biologicamente attiva.
Vitamina D e risposta immunitaria
La vitamina D esercita i suoi effetti attraverso il legame con il recettore della vitamina D (VDR), un fattore di trascrizione nucleare che regola l’espressione di numerosi geni coinvolti nella proliferazione cellulare, nella differenziazione e nell’apoptosi. Numerosi studi hanno dimostrato che livelli adeguati di vitamina D possono modulare la risposta immunitaria, aumentando la capacità del corpo di combattere le infezioni e riducendo l’infiammazione cronica, un noto fattore di rischio per vari tipi di cancro (Yamamoto & Jørgensen, 2020), (Medrano et al., 2018).
Vitamina D e cancro
Nel contesto del cancro, la vitamina D è stata studiata per la sua capacità di inibire la proliferazione delle cellule tumorali, promuovere l’apoptosi delle cellule maligne, ridurre l’angiogenesi e modulare l’attività dei fibroblasti associati al tumore (Deeb et al., 2007), (Jeon & Shin, 2018), (Carlberg & Muñoz, 2020). Diversi studi epidemiologici hanno suggerito che alti livelli di vitamina D nel sangue o una maggiore assunzione dietetica di vitamina D sono associati a un rischio ridotto di sviluppare tumori come il cancro colorettale, della mammella, della prostata e del pancreas (Wactawski-Wende et al., 2006), (Jenab et al., 2010), (Gandini et al., 2011).
Nonostante queste osservazioni, il meccanismo esatto attraverso cui la vitamina D esercita i suoi effetti antitumorali non è completamente compreso, e c’è una crescente attenzione sul ruolo del microbioma intestinale in questo processo. Recenti ricerche hanno iniziato a esplorare come la vitamina D possa influenzare la composizione del microbioma intestinale e, a sua volta, modulare la risposta immunitaria contro il cancro (Lucas et al., 2014), (Clark & Mach, 2016), (Waterhouse et al., 2019).
Microbiota intestinale e vitamina D
Nello specifico, i ricercatori del Francis Crick Institute hanno scoperto che la vitamina D aiuta a bilanciare il microbiota intestinale, migliorando l’efficacia dei trattamenti immunoterapici per il cancro in un modello sperimentale con i topi. In questi modelli, la disponibilità di vitamina D altera la composizione del microbiota intestinale favorendo la crescita di Bacteroides fragilis, un batterio che potenzia la risposta immunitaria antitumorale (Giampazolias et al., 2024).
Questi risultati indicano una connessione significativa tra vitamina D, composizione del microbiota intestinale e risposte immunitarie contro il cancro, suggerendo potenziali applicazioni cliniche e di salute pubblica nella prevenzione e nel trattamento del cancro tramite la modulazione dei livelli di vitamina D.