Questa è una delle testimonianze della dott.ssa Biologa Nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico di EINUMM che applica i principi della Medicina Nutrizionale e Metabolomica nella sua professione.
“M.E. 22 anni studiava all’università ed era un ragazza molto capace e soprattutto molto appassionata di quello che stava studiando, ovvero la biologia. Potete immaginare la gioia nel trovare un’altra biologa!
Si è rivolta a me perchè negli ultimi anni si sentiva pesantemente sotto stress, cosa che le causava molta tensione e stati d’ansia che non riusciva più a tollerare, soprattutto perchè a breve avrebbe dovuto laurearsi.
Clinicamente parlando non aveva particolari problemi fisici, solo una tendenza all’anemia, periodicamente gestita dal medico con l’integrazione di ferro.
Come caso non sembrava particolarmente complesso, ma rispetto ad altri casi simili lei voleva capire esattamente cosa stesse succedendo a livello biochimico all’interno del suo corpo.
Mi disse che le erano stati proposti ansiolitici, ma lei non ne voleva sapere perchè, da biologa, voleva capire se conoscendo la biochimica si potesse agire prima di tutto con la nutrizione per gestire la situazione. Voleva sapere quali aminoacidi e vitamine servissero per la corretta sintesi dei neurotrasmettitori.
Il medico quindi le consigliò di rivolgersi a me per avere queste risposte.
Ricordo che mi disse che lei studiava Biologia, “lo studio della vita”, e voleva quindi conoscerne le regole. Ho apprezzato questa determinazione e profonda convinzione in quello che stava facendo. D’altra parte, come darle torto?
Mi disse che aveva deciso di intraprendere questa strada dopo aver parlato con il medico che aveva aiutato sua sorella ad affrontare un problema renale: quando lui infatti spiegò alla sorella cosa stesse succedendo a livello biochimico nei suoi reni, lei gli chiese informazioni e lui le sottolineò l’importanza della biochimica per tutto l’organismo.
Decisi quindi di aiutarla, ma prima avevo bisogno di più informazioni in merito alla sua nutrizione.
Quando le chiesi cosa mangiava scoprii che gli zuccheri la facevano da padrone: biscotti, gelati, cracker, e anche più aperitivi settimanali. Sicuramente la flora batterica non era in buono stato.
Anche l’idratazione lasciava a desiderare, come pure l’assunzione di grassi buoni.
A livello nutrizionale c’erano quindi tutti i presupposti per causare diverse carenze al corpo e l’alterazione della flora batterica, che conseguentemente andava a ripercuotersi anche sull’umore.
Le spiegai quindi l’importanza della flora batterica e del suo ruolo nella sintesi dei neurotrasmettitori, e di come lo zucchero andasse ad alterare questo equilibrio. Le consigliai quindi glutammina e probiotici per sistemare l’intestino in primo luogo. Per la via metabolica della serotonina le diedi anche un multivitaminico e oltre a questo le diedi anche vitamina D e B3, che sapevo aiutare per la gestione degli stati ansiosi.
Dal punto di vista nutrizionale le aumentai le proteine più semplici da digerire come il pesce e le uova e aumentai anche l’apporto delle verdure.
Le spiegai anche le fasi di riparazione del metabolismo, e che avrebbe avuto dei momenti di difficoltà dovuti proprio a queste precise fasi.
Il riassestamento della flora batterica intestinale le causò dei disturbi intestinali quali feci più molli e gonfiore. Ci furono anche momenti di intensa stanchezza e debolezza, che la costrinsero a saltare le lezioni universitarie perchè non era in grado di assistervi.
Potevo aiutarla rimodulando l’integrazione e l’alimentazione, ma tutto questo me lo disse quando ormai erano passate le fasi più dure.
Le avevo infatti spiegato molto bene le fasi di riparazione del metabolismo, lei aveva seguito tutto alla lettera e le aveva “semplicemente” assecondate.
Aveva permesso alle fasi di fare il loro corso senza interromperle con cambiamenti o alterazioni del percorso nutrizionale che le avevo dato.
Aveva avuto grande determinazione perché solitamente proprio nei momenti in cui si verificano nuovi dolori è molto facile deviare dal percorso e interrompere la fase di riparazione. Questo normalmente porta a dover ricominciare tutto da capo ma lei era stata risoluta.
Nei mesi che seguirono la tensione e l’ansia scemarono progressivamente: solo in occasione di alcuni esami e della laurea la tensione saliva, ma mai come ai livelli precedenti.
Mi disse che aveva capito meglio come funzionava il corpo e quindi era più consapevole di quali scelte fare per stare meglio. Mi confidò anche che si stava interessando a questo aspetto della biologia, e che avrebbe approfondito di più la materia della nutrizione. Per me fu una grande soddisfazione!
Ad oggi M. E. sta molto bene, è una donna che ama il suo lavoro di biologa e che crede fermamente nella biochimica.
Questo incontro penso sia servito più a me che a lei: mi ha insegnato come la determinazione nel seguire le proprie convinzioni e la comprensione di come funziona il corpo siano degli elementi fondamentali per stare bene.
Inoltre ho compreso ancora meglio che noi professionisti dobbiamo infondere questi elementi nei nostri pazienti, perché di base il nostro è un gioco di squadra.”
Dott.sa Francesca Marcon