Questa è una delle testimonianze della dott.ssa Biologa Nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico di EINUMM che applica i principi della Medicina Nutrizionale e Metabolomica nella sua professione.
“Conobbi N. grazie ai suoi datori di lavoro, che erano preoccupati per il suo stato di salute: ricordo che mi chiamarono, mi spiegarono in breve la situazione e mi chiesero se potevo aiutarlo. N. soffriva di una forte rizoartrosi, che gli impediva di svolgere senza provare dolori qualsiasi lavoro manuale. A causa di questo intenso dolore non poteva lavorare, e nonostante stesse facendo parecchie visite non sembrava esserci una soluzione.
Quando venne da me, N. mi spiegò del suo disagio e del suo dolore, e soprattutto del fatto che non potendo lavorare era preoccupato perché doveva mantenere la sua famiglia ed era anche avvilito perchè nemmeno a casa riusciva a fare i lavoretti più semplici, in quanto il dolore era troppo intenso. Parlando quindi con i suoi datori di lavoro, loro gli avevano consigliato di parlare con me, per vedere se era possibile agire anche con l’alimentazione, affiancandola alle terapie mediche.
Sapevo che in questi casi la cosa più importante è la gestione del dolore e la riduzione dell’infiammazione, per cui lo ascoltai attentamente e cercai di capire come potessi aiutarlo.
Iniziai quindi a fargli le domande per capire meglio la situazione e da subito scoprii che N., nonostante avesse un metabolismo misto, comunque consumava troppi carboidrati. C’era sicuramente una cura nell’alimentazione, perchè i cibi che mangiava erano integrali o di vari cereali, ma la quantità era decisamente troppa. Di contro invece il consumo di cibi antinfiammatori era molto scarso: poco pesce e poca frutta secca e olive. Quello che invece era buono era il consumo di acqua, che beveva in grandi quantità.
Come prima cosa quindi gli spiegai l’effetto infiammatorio di un eccesso di carboidrati a livello metabolico, facendogli quindi capire che poteva fare qualsiasi terapia, ma se ogni giorno continuava a “buttare benzina sul fuoco”, sicuramente la situazione non sarebbe cambiata un granchè. Dopo questa spiegazione, gli redassi quindi l’alimentazione, inserendo molti cibi antinfiammatori, e ovviamente riducendo l’apporto dei carboidrati. Aumentai anche il consumo di verdure, per evitare che fosse una dieta con troppe proteine rispetto al suo tipo di metabolismo. Dal punto di vista dell’integrazione invece agii direttamente sull’infiammazione con un multivitaminico, estratti di curcuma, vitamina C in alte dosi, vitamina D e glucosamina, MSM e collagene.
Lo preparai dicendogli che probabilmente ci sarebbero stati dei momenti in cui avrebbe potuto sentire un pò più di dolore a causa della riparazione, e che era tutto normale. In tal caso gli dissi di contattarmi perchè avrei valutato cosa fare.
E in effetti puntualmente dopo qualche settimana N. mi disse che a volte sentiva delle fitte nelle zone interessate, ma sapendo quanto gli avevo detto, non si era preoccupato particolarmente, perchè comunque nel complesso la situazione stava migliorando, grazie anche alle concomitanti terapie mediche.
Quando rividi N. al controllo fui molto contenta di vedere che stava meglio: il dolore c’era ancora, ma era sopportabile, e cosa più importante, aveva ripreso a lavorare un pò, e quindi anche l’umore era decisamente migliorato.
Nei mesi invernali a venire N. cominciò a lavorare anche all’aperto: questa era decisamente una sfida per la sua rizoartrosi, ma nonostante ciò il dolore non era così forte da dover assumere antidolorifici. Questo fu quindi un successo! N. mi disse infatti che era contento perchè finalmente aveva trovato uno spiraglio di luce, ed era proposito per il futuro, perché sapeva che le cose sarebbero migliorate sempre di più.”
Testimonianza della dott.ssa biologa nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico dell’Istituto Europeo di Medicina Molecolare.