Un nuovo studio afferma che livelli più elevati di colesterolo “cattivo” LDL sono collegati a una riduzione del rischio di mortalità nelle persone che non soffrono di malattia coronarica.

Colesterolo buono e cattivo

Il colesterolo è una sostanza grassa presente nel sangue e nelle cellule del nostro corpo, è prodotto per l’80% dall’organismo stesso ed è essenziale per diverse funzioni: la produzione di membrane cellulari, di ormoni (progesterone, estrogeni, testosterone, cortisolo), vitamina D e altre sostanze necessarie per la digestione degli alimenti. Esistono due tipi principali di colesterolo: il colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità), spesso chiamato “colesterolo cattivo“, e il colesterolo HDL (lipoproteine ad alta densità), noto come “colesterolo buono“. Il colesterolo LDL è considerato cattivo perché, se presente in quantità eccessive, può accumularsi nelle pareti delle arterie, formando placche che possono portare a malattie cardiovascolari come infarti e ictus.

LDL e mortalità

In un contesto in cui esistono opinioni contrastanti sul ruolo del colesterolo LDL nella mortalità a lungo termine, soprattutto in assenza di terapie ipolipemizzanti, un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio per indagare questa associazione in modo più approfondito. L’obiettivo principale era determinare se esiste una correlazione tra i livelli di LDL e la mortalità a lungo termine in adulti di età compresa tra 50 e 89 anni che non assumono statine.

Lo studio

Lo studio ha analizzato i dati di 177.860 pazienti, adulti di età compresa tra 50 e 89 anni senza diabete e che non erano in terapia con statine al momento dell’inizio dello studio o entro un anno dall’inizio. Contrariamente alla convinzione prevalente che “più basso è, meglio è” per i livelli di LDL, i risultati di questo studio suggeriscono che il rischio più basso di mortalità a lungo termine si trova in una gamma di LDL più ampia (100-189 mg/dL) rispetto alle attuali raccomandazioni, che suggeriscono un livello ottimale di LDL di ≤100 mg/dL. Per valutare il rischio cardiovascolare quindi, i livelli di LDL sono di scarsa importanza. Occorre dare maggiore peso al rapporto trigliceridi/HDL e esaminare il livello di calcio, che sono gli indicatori predittivi più affidabili.

LDL e salute

I risultati di questo studio confermano le prove di una moltitudine di studi simili pubblicati negli ultimi anni e disconnettono la mortalità totale dai livelli di colesterolo totale e LDL.

È quindi cruciale che i professionisti sanitari abbiano una visione più ampia dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, andando oltre i livelli di LDL. Fattori come il controllo del peso, della pressione sanguigna, della glicemia, l’attività fisica, l’astensione dal fumo e la riduzione dello stress dovrebbero essere promossi come parte integrante della strategia di prevenzione. Inoltre, l’analisi di valori di calcio coronarico può migliorare significativamente la previsione del rischio di eventi cardiovascolari futuri.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

Kip KE, Diamond D, Mulukutla S, et al Is LDL cholesterol associated with long-term mortality among primary prevention adults? A retrospective cohort study from a large healthcare system BMJ Open 2024;14:e077949. doi: 10.1136/bmjopen-2023-077949