Nel 2006 due delle più grandi università al mondo, Harvard e UCLA, hanno condotto un esperimento che è ora maggiormente considerato di importanza storica.
Essi hanno dimostrato che è necessaria la presenza di vitamina D per l’accesso alle nostre cellule e per permettere al DNA di svolgere le funzioni di base nel nostro corpo.
Da allora migliaia di studi hanno evidenziato l’importanza di questa vitamina riguardo a:
- Cancro
- Malattie cardiache
- Diabete
- Tubercolosi
- Influenza e comune raffreddore
- Sistema immunitario
- Sclerosi multipla e malattie autoimmunitarie
- Salute del sistema muscolo-scheletrico
- Ridurre il rischio di morte prematura per qualsiasi causa
Attualmente sono in corso 1491 studi clinici sull’azione terapeutica della vitamina D in una varietà di malattie e condizioni.
La scoperta del Fattore X
Cinque anni dopo il debutto di D la medicina non è più la stessa.
Tuttavia è ormai evidente che la ricerca mette in luce un’altra vitamina che rivendica un posto accanto a D.
L’importanza di questo composto nel mantenimento di una buona salute è stato identificato 80 anni fa.
Negli anni ’30 Weston Price ha studiato le differenze nella dieta delle popolazioni che consumavano l’allora moderna dieta occidentale rispetto ai nativi che vivevano in un ambiente naturale intatto.
Egli ha esplorato aree remote del nostro pianeta viaggiando attraverso l’Amazzonia, identificando popolazioni isolate nei villaggi in Svizzera e tribù in Africa che si nutrivano senza l’influenza della cultura occidentale.
Dopo anni di studio accurato, Price ha dimostrato che la dieta occidentale è significativamente più povera in nutrienti rispetto le diete primitive.
Quando egli ha analizzato il contenuto delle diete, in quella naturale ha identificato un ingrediente cha ha descritto come l’anello mancante della nutrizione umana.
Price ha chiamato questo ingrediente “Fattore X” ,che è stato riscontrato in una quantità 10 volte superiore nelle diete dei nativi rispetto a quella moderna.
Il Fattore X, secondo le osservazioni di Price, conferisce straordinarie proprietà.
Denti perfetti, sorrisi bellissimi, personalità felici, grande forza fisica, corpi formosi con basso contenuto di grassi e, cosa più importante, l’assenza di malattie.
I nativi non hanno mostrato un particolare calo significativo nella salute e nella vitalità con il passare degli anni e le più frequenti cause di morte in queste tribù erano incidenti, cadute o attacchi da parte di animali selvatici durante la caccia o il foraggiamento.
Lo stesso Price ha affermato nel 1930 che “è solo una questione di tempo prima che il fattore X divenga il prossimo nuovo fenomeno globale …”.
Oggi sappiamo che il fattore X descritto da Weston Price è la vitamina K2.
Una ricerca moderna mostra che la giusta quantità o la mancanza di K2 sono correlate a:
- Riduzione delle morti a causa di malattie cardiovascolari
- Cancro alla prostata, al fegato, ai polmoni e leucemia
- Osteoporosi
- Aterosclerosi
- Insufficienza venosa
- Malattie infettive
- Salute dentale
- Come cofattore necessario per la vitamina D
La vitamina K2 è meglio conosciuta per il suo effetto nella coagulazione del sangue.
Quando abbiamo una grave mancanza di certe proteine coinvolte nella coagulazione il processo non può essere attivato.
Allo stesso modo la vitamina K2 è necessaria per l’attivazione di altre proteine nel corpo.
Un’importante parte di queste proteine (osteocalcina, MGP, Gas-6) è coinvolta nella gestione dei minerali nei tessuti.
Calcio-Infiammazione-Aterosclerosi
Quando i tessuti nel corpo sono soggetti a danno, il corpo stesso risponde con l’infiammazione.
L’infiammazione può risultare nella deposizione di calcio nel tessuto danneggiato, come per esempio nella periartrite della spalla.
Quando questo fatto accade nei vasi i risultati sono l’aterosclerosi e la malattia delle arterie coronarie.
Studi recenti dimostrano che assumere supplementi di calcio senza il parallelo apporto di vitamina D aumenta il rischio di infarto del miocardio e di morte improvvisa.
La quantità di calcio nei vasi coronarici e nell’aorta è direttamente correlata alla dimensione della lesione e al rischio di morte da malattia coronarica.
Invece l’aumentato apporto di vitamina K2 è associato con una ridotta deposizione di calcio nei vasi coronarici.
Cofattori della vitamina K
Allo scopo di gestire opportunamente il calcio e gli altri minerali e di depositarli nel posto corretto e nella quantità corretta, il nostro corpo deve possedere dei fattori che lavorano in sinergia tra loro.
Vitamina K in cooperazione con
- Vitamina D
- Magnesio
- Zinco
- Boro
Se non c’è una sufficiente quantità di vitamina K, allora il corpo non è in grado di distinguere dove e di quanto calcio ha bisogno.
I vasi sono i primi organi ad essere affetti e inevitabilmente si crea l’aterosclerosi.
Siamo tanto vecchi quanto lo sono i nostri vasi.
La ridotta elasticità dovuta alla calcificazione vascolare (aterosclerosi) risulta nel restringimento dei nostri vasi e nel ridotto flusso sanguigno nel cuore e negli altri organi come il cervello o i reni.
Il ridotto apporto di sangue porta ad un funzionamento problematico di questi organi e tessuti.
Lo stesso meccanismo sta dietro alla sfida dell’invecchiamento, che in ultima analisi coinvolge ogni cellula e organo nel nostro corpo.
La vitamina K e i cofattori giocano un ruolo vitale nella gestione degli effetti dell’infiammazione, “L’assassino segreto”, come l’ha definita il Time qualche tempo fa.
Tossicità- dosaggio
La K2 è la frazione liposolubile della vitamina K, che rispetto alle frazioni rimanenti (K1, MK4, MK8, MK9) mantiene stabili livelli nel sangue dopo l’assunzione. La dose giornaliera raccomandata per le donne è di 90 microgrammi (μg), mentre per gli uomini è di 120 μg.
È notevole il fatto che la vitamina K non mostri nessuna tossicità e non è stato fissato alcun limite superiore per la somministrazione.
Le persone che assumono anticoagulanti non dovrebbero eccedere i 45 microgrammi di vitamina K al giorno.
Tuttavia questa dose riduce il rischio di danno vascolare e stabilizza il livello di INR (tempo di coagulazione) e facilita il trattamento.
Per assumere 45 μg di vitamina K2 dalla nostra dieta dovremmo consumare:
- 1,8 kg di manzo o
- 5 litri di latte o
- 5 litri di yogurt o
- 80 g di formaggio molle o
- 59 g di formaggio a pasta dura o
- 8 tuorli d’uovo
Una nuova vitamina D
Il nostro corpo per funzionare ha bisogno di specifici ingredienti in specifiche quantità.
Ovviamente, la mancanza di questi causa disfunzioni e malattie.
Il ripristino della normale funzione è il modo per ristabilire la salute ed eliminare le malattie croniche.
Più la ricerca medica procede, più essa comprende maggiormente sia l’importanza dei nutrienti che il loro ruolo nella salute e nelle malattie.
La vitamina K sarà il prossimo giocatore e ne sentiremo parlare molto in futuro.
Alla vostra salute!
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Fonti
clinicaltrials.gov/ct2/results?term=vitamin+d
www.news.harvard.edu/gazette/2006/03.09/01-tb.html
www._PT_Modlin_RL_Curr_Opin_Immunol_2008_SBange1.pdf
American Journal of Clinical Nutrition. Vit. K and Prostate Cancer
Westonaprice.org/fat-soluble-activators/x-factor-is-vitamin-k2
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High dietary Menaquinone intake is associated with reduced coronary calcification
Vitamin d council vitamin-d-cofactors
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Haematologica. 2011 Apr; Vitamin K1 supplementation to improve the stability of anticoagulation therapy with vitamin K antagonists: a dose-finding study