Una nuova ricerca pubblicata su Science Advances ha dimostrato perché la carenza di vitamina D durante i primi anni di vita è legata a problemi del sistema immunitario.

Lo studio

I ricercatori della McGill University in Canada hanno studiato topi che erano stati geneticamente modificati per non produrre vitamina D in modo naturale.

L’assenza di vitamina D ha provocato un rapido invecchiamento del timo, una ghiandola responsabile della maturazione delle cellule T, cellule immunitarie fondamentali per riconoscere e attaccare gli agenti patogeni, mantenendo però la tolleranza verso i tessuti sani. Un timo che invecchia diventa meno efficace nel filtrare le cellule immunitarie che non sono sufficientemente mature e possono attaccare i tessuti sani, aumentando il rischio di malattie autoimmuni come il diabete di tipo 1.

Implicazioni per le Malattie Autoimmuni

L’effetto della vitamina D sulla funzionalità del timo potrebbe spiegare perché diversi studi epidemiologici abbiano trovato una correlazione tra bassi livelli di vitamina D e un rischio aumentato di malattie autoimmuni. Un esempio di ciò è uno studio finlandese che ha monitorato 10.800 bambini dalla nascita per oltre 30 anni. Lo studio ha rilevato che i bambini che avevano ricevuto un’integrazione di vitamina D nei primi mesi di vita avevano un rischio inferiore dell’80% di sviluppare il diabete di tipo 1 rispetto a quelli che non avevano ricevuto la stessa integrazione.

Inoltre, studi aggiuntivi indicano che bassi livelli di vitamina D negli adulti contribuiscono a un invecchiamento accelerato del timo, il che aumenta il rischio di sviluppare patologie autoimmuni, infezioni e persino alcuni tipi di cancro. Anche negli adulti, livelli insufficienti di vitamina D compromettono la funzionalità del sistema immunitario, contribuendo a uno stato di vulnerabilità e alla possibile insorgenza di condizioni autoimmuni (Artusa et al., 2024).

Raccomandazioni e Conclusione

Sia per i bambini che per gli adulti, è consigliabile mantenere livelli adeguati di vitamina D, tra i 40 e i 60 ng/ml, durante tutto l’anno. Sebbene un livello intorno ai 30 ng/ml sia sufficiente per il mantenimento della salute delle ossa, il resto del corpo, compreso il sistema immunitario, richiede livelli più elevati per funzionare correttamente. Per le persone con malattie autoimmuni, mantenere livelli ancora più alti di vitamina D (sotto monitoraggio medico) può essere particolarmente vantaggioso per il controllo della malattia.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

– Skewed epithelial cell differentiation and premature aging of the thymus in the absence of vitamin D signaling PATRICIO ARTUSA et al. SCIENCE ADVANCES 25 Sep 2024

– Vitamin D and Aging: Central Role of Immunocompetence. Carlberg C, Velleuer E. Nutrients. 2024 Jan 30;16(3):398. doi: 10.3390/nu16030398. PMID: 38337682; PMCID: PMC10857325.

– How vitamin D deficiency can lead to autoimmune diseases. McGill University. 21 October 2024

– Intake of vitamin D and risk of type 1 diabetes: a birth-cohort study. Hyppönen, Elina et al. The Lancet, 2001. Volume 358.