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L’uso dei nutraceutici è in costante crescita e sta diventando una pratica sempre più diffusa tra i professionisti della salute, inclusi medici, biologi e nutrizionisti. Questi prodotti, che combinano le proprietà alimentari con benefici terapeutici, stanno guadagnando terreno nel trattamento di diverse condizioni cliniche. Tuttavia, nonostante il loro crescente utilizzo, le normative esistenti si concentrano principalmente sulla sicurezza alimentare, garantendo che i nutraceutici siano privi di rischi per la salute, ma trascurano un aspetto fondamentale: l’efficacia.

Questo rappresenta una sfida per i professionisti della salute, ai quali spetta la responsabilità di verificare che i prodotti che consigliano siano effettivamente in grado di apportare benefici ai loro pazienti.

A tale proposito, il comitato scientifico dell’Istituto Europeo di Medicina Molecolare (EINUMM) ha condotto un’analisi approfondita su numerosi nutraceutici presenti sul mercato. Grazie a decine di migliaia di analisi metabolomiche raccolte nel database clinico dell’ente, è stato possibile definire un principio operativo volto a formulare il nutraceutico “ideale” . Da queste ricerche sono emerse sette regole fondamentali di un integratore metabolomico che aiutano i professionisti della salute a scegliere principi attivi realmente efficaci, senza compromettere la sicurezza o l’efficacia.

Le 7 regole per un integratore metabolomico:

  1. Sinergia dei cofattori metabolici: Le vie metaboliche del corpo umano sono sostenute da numerosi enzimi, ognuno dei quali necessita di cofattori specifici per funzionare correttamente. Un nutraceutico efficace deve contenere una gamma completa di cofattori, in modo da supportare le vie metaboliche in modo sinergico.
  2. Uso di forme naturali: Le forme naturali delle vitamine e dei principi attivi sono preferibili rispetto a quelle sintetiche, poiché queste ultime spesso non hanno la stessa forma stereoisomerica, rendendole meno efficaci e potenzialmente dannose. Ad esempio, la vitamina E sintetica contiene otto forme stereoisomeriche, di cui solo una è compatibile con il metabolismo umano.
  3. Completezza: Un nutraceutico deve essere completo, ovvero deve fornire tutti i cofattori necessari per nutrire le vie metaboliche. Questo evita squilibri nutrizionali che potrebbero derivare dall’assunzione di singoli principi attivi, i quali potrebbero richiedere l’assimilazione di altre sostanze per essere efficaci.
  4. Purezza: È essenziale che i nutraceutici siano privi di additivi chimici e tecnologici, come sbiancanti o coloranti, che potrebbero contribuire alla tossicità, specialmente nei pazienti con condizioni cliniche che richiedono dosi terapeutiche prolungate.
  5. Assenza di zuccheri aggiunti: Gli zuccheri aggiunti devono essere evitati in quanto anche piccole quantità possono influenzare negativamente pazienti con problemi intestinali o disfunzioni glicemiche, compromettendo il loro trattamento.
  6. Assenza di glutine: Con l’aumento della malattia celiaca e dell’intolleranza al glutine, è cruciale che i nutraceutici siano completamente privi di glutine, per evitare reazioni avverse anche in soggetti non consapevoli della loro condizione.
  7. Assenza di sostanze sintetiche: L’uso di sostanze sintetiche è fortemente sconsigliato, poiché gli effetti a lungo termine di tali componenti sono difficili da prevedere. Numerosi additivi sintetici, inizialmente considerati sicuri, hanno poi dimostrato di essere potenzialmente pericolosi, come il biossido di titanio, l’acesulfame K e il sucralosio.

Seguendo queste sette regole, i professionisti della salute possono somministrare nutraceutici che rispettano i più elevati standard di efficacia e sicurezza, garantendo che i pazienti ricevano solo i migliori principi attivi per il loro benessere.