La curcuma è una pianta di cui esistono numerose specie. Essa ha bisogno di precipitazioni frequenti e di un clima caldo per crescere in maniera ottimale. Viene ampiamente usata in fitoterapia per le sue numerose proprietà. Le specie attualmente più conosciute sono la Curcuma Longa, la Curcuma xanthorrhiza e la Curcuma zeodaria.
Le sue funzioni
La curcuma è costituita da delle componenti chimiche dette curcuminoidi, e sono ciò che rendono preziosa questa spezia. E’ infatti dimostrata la loro forte proprietà antiossidante e antiradicalica.
1) La curcuma aiuta a migliorare le funzionalità digestive e del fegato (essa si rivela preziosa nella produzione di bile nel fegato e nel suo deflusso verso l’intestino, contribuendo quindi a metabolizzare i grassi ed eliminare quelli in eccesso facilitando in questo modo la completa digestione).
2) I curcuminoidi agiscono per contrastare lo stress ossidativo, causato dalla presenza di un eccesso di radicali liberi nell’organismo. L’azione antiossidante infatti consiste nel creare un vero e proprio sistema di difesa che sia in grado di eliminare l’eccessiva quantità di radicali liberi, anche dette specie reattive dell’ossigeno, che se si accumulano nell’organismo provocano enormi danni a livello cellulare.
I radicali liberi infatti possono andare a danneggiare la cellula nella sua totalità: dalle componenti lipidiche presenti all’interno delle membrane cellulari, a quelle proteiche, fino anche al DNA (ossia il materiale genetico).
3) Infine, ma non meno importante, un’ulteriore funzione fondamentale della curcuma è data dalla sua azione anti-infiammatoria. Essa è importante infatti per combattere i processi infiammatori che si innescano nel nostro organismo.
Ci sono numerosi studi a dimostrazione e a sostegno del prezioso ruolo antinfiammatorio della curcuma per l’essere umano. Vediamone alcuni.
Curcuma e artrite reumatoide
Un esempio è dato da uno studio del 2013 che vede la curcuma protagonista, assieme allo zenzero, della diminuzione dei livelli infiammatori in caso di artrite reumatoide.
Il presente studio ha verificato infatti l’azione benefica di questa pianta su alcuni ratti affetti dalla patologia (animali in cui era stata indotta l’artrite reumatoide), azione paragonata a quella del farmaco indometacina (farmaco non steroideo antinfiammatorio spesso utilizzato per la gestione dei sintomi di questa malattia). E’ stato dimostrato che l’azione data dalla miscela di curcuma e di zenzero è più efficace (fino al 38,4% in più) rispetto a quello dell’indometacina; in termine di sintomi ciò si traduce in una riduzione della perdita di peso corporeo, un miglioramento delle condizioni articolari, una riduzione della leucocitosi (l’aumento del numero dei globuli bianchi dato dall’aumento dei livelli infiammatori) e della trombocitosi (l’aumento del numero di piastrine), la riduzione dell’anemia legata alla carenza di ferro e la diminuzione delle complicazioni legate alle funzioni renali e dei rischi per le malattie cardiovascolari.
Questi effetti protettivi dati dalla curcuma e dallo zenzero hanno determinato una diminuzione dell’infiammazione generale corporea, hanno ridotto lo stress ossidativo e gli squilibri nel sangue dei vari grassi (trigliceridi, colesterolo, fosfolipidi, etc.).
In conclusione secondo questo studio la combinazione di rizomi di zenzero e curcuma può rivelarsi estremamente efficace contro la gravità e le complicanze previste dall’artrite reumatoide in un organismo modello come quello del ratto.
Curcuma e colite ulcerosa
La curcuma è stata usata come erba medicinale per migliaia di anni per il trattamento di vari disturbi. Sebbene la curcumina sia il componente attivo più studiato della curcuma, l’evidenza accumulata negli anni, attraverso numerosi studi, suggerisce che altri componenti della curcuma hanno proprietà antinfiammatorie e anti-tumoriali. Stiamo parlando nello specifico di molecole come l’alfa e il beta turmerone ad esempio.
Tutte queste componenti fondamentali della curcuma, sono state studiate, nel 2017, per osservarne l’efficacia anti-infiammatoria in patologie come la colite ulcerosa.
Il recente studio di Toden & Al., ha dimostrato infatti che sia la semplice curcumina standard, che le altre molecole benefiche, hanno fornito una protezione contro l’infiammazione presente nei modelli affetti da colite ulcerosa, evidenziando quindi l’enorme potenziale anti-infiammatorio della curcuma.
Curcuma e obesità
Le anomalie metaboliche correlate all’obesità includono uno stato di infiammazione cronica e squilibri nei livelli di citochine (molecole che il nostro corpo produce durante uno stato infiammatorio) prodotte dai tessuti adiposi, comportando un aumento del rischio di tumore al colon.
La curcumina, principio attivo principale della curcuma, esercitando proprietà sia antitumorali che antinfiammatorie, sembra avere la capacità di invertire i disordini metabolici legati all’obesità.
Uno studio di Kubota & Al., risalente al 2010, ha esaminato gli effetti della curcumina sullo sviluppo delle lesioni precancerose a livello del colon in topi affetti da obesità.
L’alimentazione degli animali in questione caratterizzata da un contenuto di curcumina compreso tra lo 0,2% e il 2,0% ha determinato una significativa riduzione del numero totale di lesioni precancerose del colon rispetto ai topi nutriti con dieta normale (priva di curcuma).
In conclusione, la curcumina inibisce lo sviluppo di lesioni maligne nei modelli di obesità legati allo sviluppo del tumore al colon. Questo accade principalmente per l’attenuazione dell’infiammazione cronica, possiamo quindi affermare che svolge un’azione preventiva per quanto concerne la salute dell’intestino, e più nello specifico del colon, nei casi di obesità.
Cura ut valeas!
Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
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Fonti:
https://iubmb.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/biof.1054
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/1756-185X.12054
https://www.nature.com/articles/s41598-017-00812-6
https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/01635581.2012.630554