Negli ultimi decenni, l’evoluzione della scienza del cammino ha prodotto una serie di termini e concetti relativi alle osservazioni della camminata umana. La terminologia che descrive il cammino è sorta dall’osservazione e dall’analisi cinematica (che riguarda il movimento) di soggetti normali. Alcuni studiosi, come Saunders, Perry, Sutherland, hanno migliorato la comprensione di questo apparentemente semplice e banale meccanismo, arricchendo la terminologia relativa alla scienza del cammino.
Gli studi di Jacquelin Perry, soprattutto, sono sfociati in termini descrittivi per le fasi e le funzioni della biomeccanica del cammino.
Soffermandoci sul “ciclo del passo” (Gait cycle)
Nel cammino le gambe ripetono una sequenza di movimenti che portano avanti il corpo, mantenendo un assetto stabile. Ogni sequenza si sviluppa in una serie d’interazioni tra i vari segmenti delle gambe e la massa totale del corpo.
Per comprendere la complessità degli eventi che intercorrono tra un passo e l’altro, bisogna considerare diversi aspetti (le variazione del ciclo del passo tra un piede e l’altro, il tempo e la lunghezza del passo, etc.).
Durante il cammino, una gamba serve come supporto mentre l’altra avanza, poi le gambe invertono i ruoli e la gamba che era stabile diventa mobile e viceversa.
Una singola sequenza per un arto è chiamato ciclo del passo (gait cycle).
Il momento del contatto col suolo è facilmente osservabile, quindi, nell’analisi del cammino questo evento viene scelto come inizio del ciclo del passo.
Normalmente le persone iniziano il contatto con il suolo appoggiando il tallone (heel strike, colpo di tacco) ma non tutti hanno questa capacità.
Camminare su un terreno accidentato, salire, scendere, cambiare direzione, correre, ballare, praticare uno sport, sono tutte attività che hanno bisogno di un certo impegno, ma sebbene siano attività differenti, tutte hanno in comune un modello funzionale di base che è dato dal progredire in avanti su un terreno pianeggiante.
Durante il cammino, il corpo è funzionalmente diviso in due unità, le quali, sebbene caratterizzate entrambe da movimenti e azioni muscolari, vedono un’intensità di lavoro ed un coinvolgimento nel cammino estremamente diverso.
1. La prima unità viene definita “passeggero”. Esso è costituita dal tronco, dalla testa e dalle braccia e riduce al minimo la sua partecipazione nella funzione diventando, appunto un passeggero, virtualmente responsabile soltanto del suo allineamento sul sistema locomotore.
Lo studioso Elftman ha introdotto il termine H.A.T. (che in inglese significa “cappello”, apposta per definire questa unità dove Head sta per testa, Arms per braccia, Trunk per tronco) per enfatizzare il concetto che questa unità è situata nella zona superiore ed è portata avanti dal sistema locomotore.
L’azione muscolare del collo e del tronco serve a mantenere un corretto allineamento delle vertebre con i minimi aggiustamenti della postura durante il cammino.
L’oscillazione delle braccia invece non sembra essenziale per la normale camminata e consiste in elementi passivi e attivi.
Le strutture comprese nell’HAT costituiscono una gran massa che rappresenta circa il 70% del peso corporeo. Il centro di gravità di questa struttura si trova appena davanti alla decima vertebra toracica.
2. Il bacino, le anche e le gambe (tenendo conto di tutte le articolazioni, le ossa e i muscoli che vanno a definire tali strutture), anatomicamente formano il “sistema locomotore”, ossia la seconda unità.
L’apparato locomotore vede diverse funzioni fondamentali:
a) Generare la forza propulsiva per permettere il movimento
b) Mantenere la stabilità, anche con variazioni nella postura
c) Minimizzare gli urti nel contatto delle gambe col suolo
d) Conservare l’energia riducendo il più possibile lo sforzo muscolare.
Camminare, un’attività aerobica
Il cammino e la corsa sono delle attività aerobiche, quindi attività a bassa intensità e lunga durata e se svolta nelle giuste modalità possono rivelarsi preziosissime per migliorare la funzionalità cardiocircolatoria (nel tempo può portare alla graduale diminuzione della frequenza cardiaca), respiratoria (facilita l’ossigenazione dei tessuti), metabolica (in quanto attiva il metabolismo e abbassa il senso di fatica) e anche l’umore.
Essendo la camminata, un’attività a bassa intensità, permette di bruciare quei grassi di deposito che si accumulano nelle cellule adipose e non solo gli zuccheri presenti nel sangue e nei muscoli.
Di cosa necessita il metabolismo quando camminiamo
Il corpo per consumare energia, deve poterne produrre molta, per questo motivo i mitocondri, organelli cellulari deputati a questo scopo (fungono da centrale energetica all’interno di ogni cellula), devono avere ogni elemento a disposizione per poter funzionare al meglio. Di che elementi stiamo parlando?
– I mitocondri hanno bisogno di tutti i 22 aminoacidi, preferibilmente già in forma libera (che si assimilano più velocemente); nello specifico risulta di fondamentale importanza la glutammina, che permette alle fibre muscolari di ripararsi in tempi più rapidi (il movimento comporta infatti nel tempo un graduale deterioramento dei tessuti muscolari, a cui bisogna dare il tempo di ripararsi).
– Vitamina B1 (tiamina): la cui principale funzione è la produzione di energia. Essa sfrutta infatti i carboidrati e le proteine che introduciamo con il cibo per convertirli in energia.
– Omega 3-6-9 per abbassare i livelli infiammatori, che con il movimento prolungato, inevitabilmente si alzano. In particolare gli omega 3 a lunga catena, l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), sono in grado di modulare la risposta dei neutrofili e dei macrofagi che sono quei “globuli bianchi” che aggrediscono l’infiammazione e favoriscono la rigenerazione tissutale.
– ll Coenzima Q10, noto anche come ubiquinone, rappresenta un elemento fondamentale per il corretto funzionamento del mitocondrio ed è essenziale per mantenere una buona efficienza fisica.
In ultimo, ma non meno importante, durante la camminata aumenta enormemente il fabbisogno di acqua e di sali minerali. E’ quindi indispensabile introdurre grossi quantitativi di acqua ogni giorno e anche di sali minerali.
Cura ut valeas!
Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
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Fonti:
http://journals.lww.com/jbjsjournal/Citation/1966/48020/Biomechanics_of_Muscle__WITH_PARTICULAR.17.aspx
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0966636206001846
http://journals.lww.com/pedorthopaedics/Citation/1992/11000/Gait_Analysis__Normal_and_Pathological_Function.23.aspx
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1046/j.1365-201X.1997.00198.x/full
https://search.proquest.com/openview/15d14fc4aa708f06ba13ed459aa767e1/1?pq-origsite=gscholar&cbl=4718
http://jap.physiology.org/content/86/6/1770.short