Questa è una delle testimonianze della dott.ssa Biologa Nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico di EINUMM che applica i principi della Medicina Nutrizionale e Metabolomica nella sua professione.
“Quando vidi M. per la prima volta, mi disse che veniva da me su consiglio di una sua amica, la quale aveva visto buoni risultati con la figlia. M. soffriva di più disturbi di salute, e voleva trovare una soluzione in particolare per il suo continuo gonfiore allo stomaco e difficoltà di digestione, meteorismo e dolori intestinali, dovuti ad una diverticolosi. Oltre a questo M. soffriva di diabete tipo 2 e ipertensione, per i quali era in cura farmacologica, e di calcolosi biliare. A 75 anni ho apprezzato che volesse fare qualcosa a riguardo i propri problemi.
Mi portò in visione gli esami del sangue, i quali rilevavano un’emoglobina glicata a 47 mmol/mol e anche un’alterazione dell’antigene carboidratico 19.9 (47.7 U/ml), con altri marcatori nella norma.
Ciò che mi piacque fu il suo punto di vista: sapeva di non essere più una giovincella, ma non per questo doveva darsi per vinta e continuare a soffrire! Era quindi decisa a capire come gestire l’alimentazione, perché sapeva che stava sbagliando qualcosa, ma non sapeva cosa. Inoltre non ne poteva più di vedere quella pancia grossa, per la quale, se non fosse stato per l’età avanzata, poteva sembrare all’ottavo mese di gravidanza.
A causa di questo problema intestinale, quindi, non sapeva bene cosa mangiare, considerato poi anche il diabete.
Dal canto mio, invece, nel redigerle l’alimentazione avrei dovuto tenere conto di più fattori, e soprattutto, vista l’età della signora, non avrei potuto fare cambiamenti troppo repentini, perchè correvo il rischio di causare una riparazione troppo intensa all’organismo.
Come sempre quindi le chiesi cosa stesse mangiando, e devo dire che tutto sommato la sua alimentazione non era male, se non fosse per il fatto che mangiava troppo poco pesce, che ogni tanto scivolava in qualche dolce e che beveva troppa poca acqua (½ litro). Le sottolineai l’importanza di quest’ultimo aspetto, anche per il controllo glicemico.
Il suo metabolismo era proteico, per cui optai per un maggiore apporto di proteine, in particolare più uova e pesce, tenni bassi i carboidrati e aumentai anche le verdure, indicandole quali fossero più indicate per la diverticolosi. Allo stesso tempo introdussi qualche grasso vegetale in più come olio, olive e frutta secca frullata, per evitare appunto problemi con i diverticoli.
Dal punto di vista dell’integrazione invece, consigliai un multivitaminico, glutammina e probiotici per l’intestino, enzimi digestivi e vitamina D con K2 vista la carenza rilevata dagli esami (33,6 nmol/l).
Come era facilmente prevedibile, M. passò una fase di riparazione con intensa stanchezza e sonnolenza e, a tratti, brividi. Essendo a casa, fece come le avevo detto alla visita, ovvero si riposò di più e cercò di assecondare i bisogni del suo corpo. Aumentò un po’ l’acqua e mangiò una quantità di cibo superiore. Nonostante tutto però stava notando le differenze nella digestione e nel gonfiore addominale, per cui era stimolata a continuare a seguire il percorso.
Quando rividi M. mi raccontò la sua fase di riparazione e mi disse anche che però era contenta perché aveva perso peso e circonferenze (ben 8 cm in un mese). L’intestino stava andando meglio, i dolori li aveva avuti solo 2 volte. Le era pure sparita la voglia di dolci! Anche gli esami del sangue mostravano miglioramenti, in particolare l’antigene carboidratico 19.9 era sceso a 36.2 U/ml.
Nei mesi a venire M. migliorò sempre di più la funzionalità del suo intestino, non ebbe più gonfiore e, nel caso le capitasse, sapeva subito a cosa imputarlo. Ora che quel problema era risolto, il suo obiettivo divenne gestire gli altri problemi di salute, si sentiva rinata nonostante l’età. Era felice di poter causare un miglioramento alla propria salute grazie alle nuove abitudini di vita.”
Dott.sa Francesca Marcon