Da qualche anno la carne rossa è diventata un argomento “tabù” nel mondo della nutrizione. La maggior parte delle persone infatti crede tuttora che tale alimento sia fortemente nocivo e non salutare.

I media ne continuano a parlare assiduamente, dal New York Times alla CNN Health, secondo tutti loro il consumo di carne è strettamente correlato allo sviluppo di patologie cardiovascolari e ad altri gravi disturbi. “La carne rossa è cancerogena!” Cosa c’è di vero in tali affermazioni?

Veridicità delle informazioni

La maggior parte degli studi su cui si appoggiano i media per avvalorare questa tesi, si basava su informazioni poco precise, senza basi solide e non normalizzate per altre importanti variabili.

Uno dei maggiori problemi infatti, è che l’associazione tra malattia e consumo di carne rossa, come relazione causa-effetto, è molto debole. Secondo l’analisi di Harcombe, nutrizionista e rinomato ricercatore sull’obesità e le sue cause, su uno degli studi in questione, il rischio complessivo di morire per il consumo di carne rossa, era inferiore ad 1 persona su cento, considerando inoltre che lo studio era stato condotto per 28 anni.

Harcombe sosteneva che l’osservazione di un’associazione tra due fattori non è sufficiente a dimostrare che uno sia effettivamente causa dell’altro; andrebbero effettuati ulteriori studi mirati, per verificare tale ipotesi.

Ci sono infatti delle variabili che non possono essere sottovalutate, poiché incidono enormemente sui risultati che si possono ottenere dallo studio. Stiamo parlando di fattori come lo stile di vita sedentario, l’obesità, il consumo di alcolici, il fumo, tutti elementi che vanno a contribuire, in associazione al consumo di carne rossa, all’eventuale morte prematura del paziente.

Il tipo di carne fa la differenza

Inoltre, ulteriore fattore da tenere in considerazione è il tipo di carne consumato. Molte persone infatti non sanno che esiste una grossa differenza tra carne rossa proveniente da bestiame allevato ad erba e fieno e carne invece proveniente da capi cresciuti in allevamenti intensivi e alimentati a mangimi.

Ciò di cui si nutre l’animale si riflette infatti enormemente sulla qualità della carne; spesso i mangimi utilizzati, per ragioni economiche, sono scadenti o prevalentemente costituiti da cereali quali mais e soia (anche di natura OGM).

Un altro dato da non sottovalutare è il problema della contaminazione da ormoni, antibiotici e pesticidi.

1) Antibiotici

Fino al 70% di tutti gli antibiotici utilizzati negli Stati Uniti sono destinati agli animali, principalmente per fungere da stimolatori della crescita. L’uso eccessivo di antibiotici in agricoltura è la ragione principale dell’aumento dilagante delle malattie resistenti agli antibiotici che colpiscono l’uomo.
Questi vengono anche utilizzati per garantire una buona salute dei capi, o una loro eventuale cura. Spesso gli animali vivono infatti in spazi ristretti che favoriscono lo sviluppo e la diffusione rapida di eventuali epidemie. A tutti quanti, quindi, vengono somministrati farmaci allo scopo di prevenire eventuali malattie.

2) Pesticidi
Per quanto riguarda i pesticidi, la maggior parte delle persone non si rende conto che la carne allevata in modo convenzionale è in realtà una delle fonti principali di esposizione ad essi, anche più della frutta e della verdura! Questo è dovuto alla dieta degli animali, principalmente costituita da cereali, trattati solitamente con pesticidi.

3) Ormoni
Infine altre sostanze che promuovono la crescita, come gli ormoni o i beta-bloccanti, vengono utilizzate per cercare di rendere la carne più magra, eliminando i grassi di deposito e aumentando la massa muscolare. Il noto e dimostrato effetto negativo di questi elementi ha portato l’Unione Europea ad adottare alcune direttive restrittive, con lo scopo di vietarne l’utilizzo.

4) Trattamenti
In ultimo sono nocivi tutti quei processi attraverso i quali la carne viene lavorata al fine di renderla più appetibile al nostro occhio, come ad esempio il trattamento con monossido di carbonio, che permette alla carne di restare migliore esteticamente per molto più tempo e di conseguenza essere più facilmente commerciabile.
Un altro tipo di trattamento avviene in un secondo momento e caratterizza tutta quella carne, che spesso al giorno d’oggi è consuetudine mangiare, che viene processata e alla quale vengono aggiunti emulsionanti, anti-agglomeranti, impanature pronte; lavorazioni che non hanno alcun potere nutrizionale, ma bensì alzano i livelli di zucchero nel sangue e alterano anche la nostra flora batterica intestinale.

La carne rossa che fa bene

La dieta naturale per gli animali ruminanti, come il bestiame, è l’erba. Se lasciati nutrire esclusivamente ad essa, si è osservato che i livelli di acido linoleico sono da tre a cinque volte superiori rispetto ai capi alimentati con diete a base di cereali. E questo è solo l’inizio.

Uno studio congiunto tra i ricercatori della USDA e della Clemson University nel 2009 ha determinato un totale di 10 aree chiave in cui la carne allevata ad erba è migliore di quella nutrita con cereali per la salute umana.
In questo confronto si è visto che la carne rossa nutrita ad erba:

Era maggiormente ricca di acidi grassi omega 3
Possedeva una concentrazione maggiore di Beta-carotene
Era caratterizzata da un rapporto migliore tra acidi grassi omega 6 e omega 3 (1.65 contro 4.84)
Aveva un contenuto vitaminico migliore, soprattutto per quanto riguardava vitamina E, vitamine del complesso B (nello specifico tiamina e riboflavina)
Era più ricca di sali minerali: calcio magnesio e potassio
Registrava valori inferiori di grassi saturi, collegati direttamente ai disturbi cardiovascolari.

La carne rossa “grass fed” si rivela quindi un’ottima fonte nutrizionale di proteine e di altri elementi fondamentali per il nostro metabolismo e la nostra salute.

La carne rossa può aiutare la nostra mente

Uno studio australiano pubblicato nel 2012 ha osservato inoltre, che le donne che seguono un’alimentazione priva o molto povera di carne rossa sembrano essere maggiormente a rischio di depressione clinica: consumando meno della quantità raccomandata di carne rossa hanno il doppio delle probabilità di avere un disturbo depressivo o ansioso diagnosticato. Al contrario, sembrerebbe che l’assunzione eccessiva di tale alimento possa essere ugualmente associata ad un aumento dei tassi di depressione.

Questo a dimostrazione che l’eliminazione completa di carne rossa o il suo consumo elevato sono condizione ugualmente svantaggiose per la nostra salute mentale.

I ricercatori suggeriscono nello studio, che una moderata quantità di carne rossa magra – circa tre o quattro porzioni a settimana – potrebbe effettivamente essere importante per la salute mentale. Tuttavia, raccomandano anche di stare attenti al il tipo di carne da prediligere.

Jacka [Ph.D., Professore associato di Deakin’s Barwon Psychiatric Research Unit] suggerisce anche di attenersi alle carni nutrite ad erba quando possibile.” Sappiamo che la carne rossa in Australia è un prodotto sano in quanto contiene alti livelli di sostanze nutritive, compresi gli acidi grassi omega-3 che sono importanti per la salute mentale e fisica. Questo perché bovini e pecore in Australia sono in gran parte nutriti ad erba. In molti altri paesi, i bovini sono tenuti in mangiatoie e nutriti con cereali, piuttosto che con l’erba. Ciò si traduce in una carne molto meno sana con più grassi saturi e meno grassi sani ” ”.

Cura ut valeas!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
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Fonti:

https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2012/06/28/grass-fed-beef-a-healthy-diet.aspx
https://www.karger.com/Article/Abstract/334910