Questa è una delle testimonianze della dott.ssa Biologa Nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico di EINUMM che applica i principi della Medicina Nutrizionale e Metabolomica nella sua professione.
“P.M., 55 anni, quando è venuto da me soffriva di frequenti mal di testa, non riusciva più a tollerare questo dolore continuo.
Mi aveva riferito che aveva un lavoro di grande responsabilità e si sentiva molto stressato a riguardo. Ogni settimana, da qualche anno, era costretto ad assumere almeno 3 compresse di Ibuprofene per gestire il mal di testa. Si era reso conto che si era “abituato” a questa situazione, tanto da considerare normale che le persone debbano avere disturbi cronici.
Dagli esami del sangue il colesterolo risultava sempre alto, cosa che lo preoccupava.
Il medico gli aveva fortemente consigliato di tenere a bada il colesterolo regolando l’alimentazione, perché se ai successivi esami i valori fossero stati gli stessi, era costretto a dargli ulteriori farmaci per aiutarlo a diminuirne il livello.
È stata la moglie a spingerlo a venire da me, preoccupata dalla situazione, gli ha chiesto di fare qualcosa a riguardo dal punto di vista dell’alimentazione per vedere se poteva avere dei benefici.
Il suo obiettivo era quindi vedere se si poteva ridurre il mal di testa e lo stress, perché la prospettiva di andare avanti ancora a questo livello non era auspicabile.
Durante l’anamnesi alimentare ho scoperto che stava consumando da troppo tempo eccessivi carboidrati per il suo tipo di metabolismo proteico, pur avendo una qualità generale dell’alimentazione molto buona.
Questo era un fattore molto importante perché per il suo tipo di metabolismo creava grossi squilibri.
Gli ho spiegato come funzionasse il suo metabolismo e della necessità di aumentare le proteine e i grassi e ridurre invece la pasta e il pane.
A questo punto quindi gli ho redatto l’alimentazione, e poi ho provveduto ad indicargli anche l’integrazione mirata per aiutarlo a gestire le fasi di riparazione del metabolismo che sarebbero sopraggiunte.
Per quanto riguarda l’integrazione siamo partiti con un multivitaminico, vitamina C e sostanze antiossidanti.
L’assunzione ripetuta per anni di farmaci antinfiammatori poteva aver creato un accumulo tossico nell’organismo quindi le sostanze antiossidanti potevano aiutarlo.
Sapevo che sarebbe entrato in una fase di riparazione importante, per cui inizialmente gli ho dato gli antiossidanti 3 volte a settimana, e l’ho avvisato dei possibili effetti della riparazione.
In tutto il suo percorso ci sarebbe stato un punto decisivo che mi sono assicurata di spiegargli bene. Doveva sapere a cosa sarebbe andato incontro: fasi intense di riparazione del metabolismo.
Dato il tempo prolungato del disturbo cronico sapevo che le fasi di riparazione potevano essere intense e che lui doveva tenere duro per permettere al metabolismo di ripararsi e riequilibrarsi. Questo era il punto decisivo che dipendeva principalmente dalla sua disciplina.
Sono stata onesta e gli ho detto che era probabile che sarebbero sopraggiunti momenti di maggior dolore o stanchezza di quelli che aveva ora, e che se voleva migliorare doveva seguire il percorso.
Dato che l’obiettivo era riequilibrare il metabolismo un miglioramento immediato, o istantaneo non era possibile, ma doveva concedere il giusto tempo al corpo di ripararsi.
Puntualmente si è verificato quanto gli avevo prospettato, ovvero una stanchezza intensa e una grande sonnolenza, tanto che non riusciva a lavorare, non aveva energia per affrontare la giornata e mi diceva che sentiva il bisogno continuo di riposarsi.
La situazione era difficile perché questo comportava difficoltà a livello lavorativo.
P.M mi ha contattata spiegandomi il suo disagio e l’ho rassicurato su quanto stava succedendo confermandogli quello che gli avevo prospettato, ossia che questa era una fase di riparazione intensa che nel suo caso mostrava questi segnali.
Abbiamo aumentato un po’ le dosi della vitamina C per gestire la stanchezza e anche l’apporto di carne e grassi per permettere al corpo di ripararsi.
Gli ho consigliato di tenere duro e di non deviare verso altri rimedi perchè tutto quello che stava succedendo era la riparazione e il riequilibrio del metabolismo, se lo interrompeva avrebbe dovuto riniziare tutto da capo.
L’ho visto intenzionato a proseguire nonostante tutto.
Dopo qualche settimana P.M mi ha riferito che durante i weekend si riposava di più, e cercava con disciplina di assecondare le necessità del corpo, come gli avevo indicato.
Mi ha riferito che dopo qualche settimana aveva iniziato a sentirsi più in forze e lucido a livello mentale. Il mal di testa stava iniziando a diradarsi e a volte era riuscito addirittura a non assumere farmaci perché era in grado di tollerarlo.
Dopo un paio di mesi il mal di testa ormai era un ricordo, gli sembrava una cosa magica. E come “effetto collaterale” aveva anche perso 10 kg! Inutile dire la sua soddisfazione e il suo sollievo per questo risultato.
Mi riferì che la sua soddisfazione più grande è stata di aver tenuto duro nella fase più difficile, era orgoglioso della disciplina che ha avuto nell’assecondare il corpo per dargli quello che gli serviva: il riposo nei momenti giusti.
Passarono i mesi, e dopo un anno P.M. con soddisfazione mi ha detto che nel corso dell’anno appena passato aveva assunto l’antinfiammatorio per il mal di testa solamente 3 volte, e ormai lo considerava un problema risolto.
Mi ringraziò più che altro per aver compreso come funzionano le fasi di riparazione e perchè ha capito che con la nutrizione e lo stile di vita corretto si può effettivamente aiutare il metabolismo ad essere in equilibrio.”
Dott.sa Francesca Marcon