«Alimenti ultraprocessati»: un’emergenza silenziosa per la salute

Negli ultimi anni il termine alimenti ultraprocessati (in inglese ultra-processed foods, o UPF) ha iniziato a comparire con sempre maggiore frequenza nei dibattiti sulla nutrizione, la salute pubblica e la sostenibilità alimentare.

Che cosa sono gli alimenti “ultraprocessati”

Gli alimenti ultraprocessati sono prodotti industriali realizzati prevalentemente con ingredienti derivati da alimenti (zuccheri, oli vegetali, farine raffinate) e additivi (emulsionanti, coloranti, aromi, conservanti) che raramente troveremmo in una cucina casalinga. Come spiega il ricercatore della Stanford University, Dale Perelman: «Sono essenzialmente formule industriali … contengono ingredienti che non troverai in una cucina tipica».
Tipici esempi includono: pane industriale, cornetti, biscotti, cereali da colazione molto elaborati, yogurt aromatizzati, salse pronte, pasti surgelati, patatine, bibite gassate, barrette, hot dog.
Dal punto di vista sistematico, molte pubblicazioni usano la classificazione NOVA che distingue vari livelli di trasformazione alimentare, e definisce UPF quelli con molto elevato grado di trasformazione.

Quali sono i rischi per la salute?

Le evidenze sono in crescita e indicano che un elevato consumo di alimenti ultraprocessati è associato a una vasta gamma di effetti negativi per la salute:

  • Una recente rassegna (“umbrella review”) ha riportato che un’esposizione maggiore agli UPF era associata a un rischio più elevato di numerosi esiti avversi, tra cui mortalità per tutte le cause, malattie cardiometaboliche e disturbi mentali. 
  • Un’analisi del 2024 ha segnalato che gruppi specifici di UPF — in particolare prodotti pronti a base di carne/pesce/pollame, bevande dolcificate, dessert lattiero-caseari ultraprocessati — risultavano particolarmente associati alla mortalità.
  • Una meta‐analisi ha trovato legami consistenti tra UPF e obesità (+32 %), diabete di tipo 2 (+40 %), ipertensione (+32 %), dislipidemia (+47 %), e basso HDL (+43 %).
  • Oltre ai problemi metabolici, ci sono evidenze che l’elevato consumo di UPF sia associato a disturbi del sonno, ansia, depressione.

L’impatto sui bambini

Il problema dell’obesità non riguarda solo gli adulti, ma anche bambini e adolescenti.
Secondo l’UNICEF, per la prima volta i minori in sovrappeso o obesi superano quelli sottopeso: circa 1 su 10 (188 milioni). La causa principale è la diffusione di cibi economici e ultra-processati, ricchi di zuccheri, grassi e additivi, che sostituiscono alimenti sani come frutta e verdura.
Il rapporto “Feeding Profit: How Food Environments are Failing Children” denuncia il ruolo degli ambienti alimentari dominati da strategie commerciali aggressive.
In regioni come l’Asia orientale e il Pacifico, l’obesità infantile è addirittura raddoppiata.
Questo fenomeno è particolarmente grave perché l’infanzia è una fase decisiva per lo sviluppo fisico, cognitivo e mentale, e un’alimentazione scorretta può avere conseguenze durature.

Perché questi alimenti fanno male? Quali sono i meccanismi?

Le ragioni per cui gli alimenti ultraprocessati risultano dannosi sono molteplici e ancora in larga parte oggetto di studio. Tra i meccanismi più citati:

  1. Profilo nutrizionale povero: molti UPF sono ricchi di calorie, zuccheri aggiunti, grassi saturi, sale e/o additivi, ma poveri di fibre, vitamine e minerali essenziali. Questo può promuovere eccessi calorici, alterazioni metaboliche e infiammazione.
  2. Effetto sulla sazietà e sul comportamento alimentare: alcuni studi sperimentali suggeriscono che diete ricche di UPF favoriscano l’assunzione di calorie in eccesso rispetto a diete con cibi minimamente processati, anche a parità di contenuto energetico.
  3. Additivi, contaminanti, modifiche strutturali: alcuni ricercatori ipotizzano che ingredienti come emulsionanti, aromi, oppure la perdita della struttura originaria dell’alimento possano influenzare la digestione, il microbiota intestinale, la risposta metabolica e l’infiammazione cronica.
  4. Effetti indiretti sull’ambiente alimentare: l’ampia disponibilità, la forte promozione pubblicitaria, il prezzo spesso più basso rispetto a cibi freschi/meno processati, creano un ambiente che favorisce il consumo elevato di UPF, contribuendo a una dieta complessivamente meno sana.

Quali sono le «categorie a rischio» di alimenti ultraprocessati?

Tra gli alimenti comunemente citati come UPF troviamo:

  • pane e prodotti da forno industriali (croissant, toast, biscotti)
  • cereali da colazione molto elaborati
  • oli di semi altamente raffinati, margarine
  • yogurt aromatizzati
  • salsicce, hot dog
  • pasti surgelati pronti
  • patatine e snack salati
  • bibite analcoliche zuccherate
  • cioccolato industriale, barrette dolci
  • salse pronte (maionese, ketchup), condimenti industriali
  • dolci e dessert industriali

Riconoscere questi alimenti può essere utile per orientare meglio le scelte quotidiane.

Cosa possiamo fare? Linee guida per un’alimentazione più sana

Alla luce delle evidenze, ecco alcuni suggerimenti pratici da proporre ai lettori:

  • Privilegiare il più possibile alimenti freschi o minimamente processati, ad esempio: carne rossa, uova, latticini naturali, frutti di mare, pesce, olio d’oliva, verdura, legumi, frutta secca, frutta fresca.
  • Ridurre la frequenza e la quantità di alimenti ultraprocessati.
  • Prestare attenzione all’etichettatura: gli alimenti con molti additivi, conservanti, aromi artificiali e con ingredienti che non si riconoscono facilmente sono spesso quelli da consumare con moderazione.
  • Curare l’ambiente alimentare domestico: evitare di avere in casa una grande quantità di snack ultraprocessati, promuovere la preparazione di pasti a base di cibi “veri”.
  • Educazione alimentare: nel caso di famiglie e bambini, spiegare cosa sono gli UPF e perché è importante privilegiare alternative più sane.
  • Politiche pubbliche e ambiente alimentare: è utile ricordare che l’ambiente esterno (scuola, pubblicità, punto vendita) conta molto: promuovere campagne informative e sostenere azioni che rendano più accessibili alimenti sani.

Conclusione

In sintesi, l’evidenza scientifica è ormai piuttosto robusta nel segnalare che un’elevata assunzione di alimenti ultraprocessati è associata a rischi significativi per la salute — da malattie cardiometaboliche a disturbi mentali, fino a un aumento della mortalità complessiva. Anche nei bambini, il dominio crescente degli UPF nei loro ambienti alimentari rappresenta una seria minaccia per il loro sviluppo e la loro salute futura.

Bibliografia