• Autore dell'articolo:

Questa è una delle testimonianze della dott.ssa Biologa Nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico di EINUMM che applica i principi della Medicina Nutrizionale e Metabolomica nella sua professione.

“C.A. 37 anni soffriva di Colite Spastica che era diventata cronica.

Quando è venuta da me il quadro clinico non era semplice.
Ogni volta che mangiava sentiva delle fitte intense allo stomaco e all’intestino, talmente forti che era costretta a stare piegata per mezz’ora dopo mangiato per poter riprendere a lavorare.
Il medico gastroenterologo che l’aveva visitata le aveva diagnosticato la colite e la sindrome dell’intestino irritabile.
Oltre alla terapia le aveva consigliato di farsi seguire anche a livello alimentare per cercare di stressare il meno possibile l’intestino con alimenti che potevano dargli problemi.

Gli esami del sangue confermavano che che la calprotectina (indice di infiammazione intestinale) era molto superiore al livello massimo, questo comprovava un infiammazione intestinale evidente. 

Altro grosso problema che aveva era l’alternanza tra dissenteria e stitichezza, non aveva mai una regolarità intestinale.
Oltre a tutto questo una volta al mese soffriva di un mal di testa che la costringeva a stare distesa a letto al buio, questo in prossimità del ciclo mestruale. 

Quando l’ho vista la vedevo pallida e priva di un buon umore, non riusciva ad avere una vita.
Non riusciva ad avere rapporti sociali, aveva il timore di avere fitte e attacchi quando era fuori casa quindi limitava moltissimo le uscite.

Questa situazione continuava da almeno un anno.

Lei voleva prima di tutto star bene a livello intestinale, voleva capire quale alimentazione poteva aiutarla a stare meglio.
In tutta questa situazione intuiva che una corretta alimentazione poteva aiutarla ma non sapeva quale fossero gli alimenti giusti per lei.

A livello emotivo era sfiduciata perchè aveva già provato tante soluzioni senza avere esiti definitivi. Si era rivolta a me ma sembrava rassegnata a dover convivere tutta la vita con questo problema. La sua situazione era complicata.

La mia difficoltà è stata di riuscire a trattare la situazione con delicatezza ma anche saper essere risoluta al tempo stesso per farle ottenere i risultati, non era facile.
Quindi l’ho ascoltata molto e ho cercato di capire quali fossero le cose primarie sulle quali focalizzarmi. 

In primis farle capire com’era la situazione dal punto di vista fisico e come si poteva agire. 

Quando le ho fatto l’anamnesi alimentare ho iniziato a capire meglio come agire.
La sua alimentazione era alquanto ricca di zuccheri e povera di proteine e grassi. Merendine, brioche, panini erano all’ordine del giorno e l’acqua era praticamente a zero. Avevo a che fare con un corpo sottoposto a molte carenze da lungo tempo.  

Oltre a seguire la terapia del suo medico doveva cominciare a nutrire il suo corpo veramente.

Come prima cosa quindi ho tolto gli zuccheri: un taglio netto. Ovviamente le ho spiegato che cosa causava lo zucchero al suo intestino e quindi della necessità di tale scelta e ho subito cercato alternative ai pasti (in particolare la colazione) più ricchi di zuccheri. Ho aumentato l’apporto di grassi vegetali per permettere la riparazione dei tessuti, ho inserito proteine più semplici da digerire come quelle del pesce e indicato l’assunzione di più verdura, preferibilmente cotta. Ovviamente ho aumentato molto l’apporto di acqua.

Dal punto di vista dell’integrazione mi sono focalizzata prima di tutto sulla riparazione dell’intestino e sulla  gestione dello stress, consigliandole un integratore con piante adattogene  e un integratore con glutammina per la riparazione della mucosa intestinale. Ho aggiunto anche enzimi digestivi, vitamina E per la corretta ricostruzione tissutale e i probiotici.


Dopo un mese C.A. è tornata per la visita di controllo. Stava meglio, i dolori allo stomaco erano migliorati, la consistenza delle feci era migliorata e digeriva meglio.

Nei mesi successivi ci fu un incidente di percorso perché sopraggiunse un forte stress emotivo personale.
Questo fatto ha messo in attesa la fase di riparazione del corpo che stava avvenendo.
Una volta che sarebbe terminato il periodo di stress, sapevo che sarebbe sopraggiunta la successiva fase di riparazione più intensa.

Nel periodo dello stress emotivo C.A. era diventata inappetente, non dormiva, l’intestino era alterato, il dolore allo stomaco aveva ripreso a farsi sentire con maggiore intensità.

Le ho dato quindi più magnesio per aiutarla a gestire lo stress, ma miravo già a quello che sarebbe successo dopo. Puntualmente infatti, una volta terminata la fase di stress, la fase di riparazione che ne seguì fu parecchio intensa. 


Le ho indicato quindi di aumentare la quantità di proteine derivanti da alimenti quali le carni di qualità, di ridurre il magnesio e di aumentare l’apporto di vitamina C. 

Passarono i mesi e un pò alla volta C.A. cominciò a stare veramente bene: il sonno era migliorato, l’intestino pure, non aveva più crampi e non era più costretta a stare al buio a causa di quei terribili mal di testa che aveva in prossimità del ciclo. 


Ora la vita stava finalmente cambiando, e C.A. guardava al futuro con una nuova luce negli occhi.  Adesso sapeva che avrebbe potuto anche affrontare una gravidanza e costruire la famiglia che tanto desiderava, cosa che prima non era neppure immaginabile.
Il percorso di nutrizione l’ha supportata nelle terapie aiutandola a riequilibrare le carenze nutrizionali che aveva accumulato nel tempo e che avevano aggravato la situazione dell’intestino. 


Dopo questi miglioramenti mi riferì che si sentiva più al sicuro perché aveva capito a cosa reagiva maggiormente il suo corpo e aveva compreso l’importanza di non creare carenze nutrizionali.

Oggi C.A. è una donna felice, sta crescendo il suo bambino tanto desiderato e sta applicando anche con lui tutti gli insegnamenti nutrizionali che ha imparato nel suo percorso.”

Dott.sa Francesca Marcon